La cessazione dei cicli mestruali e l’ingresso nella nuova fase di vita, è per ogni donna un evento contrassegnato dal cambiamento: nuove regole e nuovi paradigmi ai quali adattarsi. E se non ce la faccio?
“La menopausa è una condizione culturalmente determinata”, si legge in un importante studio scientifico. Questo significa che ogni cultura la affronta in modo diverso.
Sappiamo, grazie agli antropologi, che in alcuni Paesi nel mondo l’arrivo del climaterio equivale a una liberazione della donna che acquisisce maggiori poteri e prestigio sociale: è il caso dell’India, di alcune tribù africane e di certi popoli arabi. In questa consistente fetta di mondo la maturità femminile, segnata biologicamente dalla cessazione della capacità riproduttiva, determina la possibilità di essere sollevata dai lavori pesanti, mentre acquista grande importanza decisionale all’interno della propria famiglia o dell’intera comunità.
In Giappone si festeggia con particolare fermento il 61esimo compleanno di ogni donna che segna un passaggio più che simbolico: da quel momento le sue idee vengono tenute in grande considerazione e rispondere alle sue richieste è un dovere per ogni familiare.
Nel mondo occidentale, invece, l’immagine femminile è legata maggiormente alla seduttività e alla sensualità: questo appare chiarissimo esaminando, anche brevemente, la rappresentazione che i media ne danno. Questo stato di fatto, unito al ritardo sempre più marcato del momento della maternità, ha comportato uno spostamento progressivo della cosiddetta “terza età” rispetto al reale ingresso in menopausa.
In parole povere: una donna occidentale si definisce “anziana” ben oltre il reale ingresso in menopausa e comunque tende a farlo con difficoltà perché i canoni sociali valorizzano altri aspetti.
Come la menopausa influenza la psiche
Un momento psicologicamente simile all’ingresso in menopausa, paradossalmente, è l’adolescenza: un momento di grandi cambiamenti, anche fisici, che influenzano l’immagine che la donna ha di se stessa.
In menopausa l’aumento di peso, il cambiamento della pelle, la fine dei cicli mestruali, possono portare a mettere in discussione – così come durante la pubertà – quelli che psicologicamente si definiscono “vissuti corporei”, ovvero immagini mentali più o meno nitide e rispondenti alla realtà, che ognuna ha del proprio corpo, della propria forma fisica.
Questa immagine che ciascuna di noi ha di se stessa ha una enorme importanza nella vita quotidiana, prima e dopo la menopausa. Dunque nel momento di trasformazione massimo, concentrato proprio nella perimenopausa, si può creare uno scollamento, un conflitto tale tra l’immagine reale e quella del “vissuto corporeo” da creare disagi a livello psicologico.
Se a ciò aggiungiamo, come detto, l’importanza che nella cultura occidentale riveste il modello di “bellezza” inteso come seduzione, perfezione, freschezza, ecco qui che il naturale processo di invecchiamento può causare un reale e profondo momento di crisi.
Per qualcuna, inoltre, la fine della vita fertile può essere vissuta come un’ autentica, grave mutilazione.
Alla base di questi vissuti, certamente soggettivi e diversi da donna a donna, c’è una generalizzata situazione di vulnerabilità emotiva che gli scompensi ormonali naturalmente portano.
Così in questo periodo tendono anche ad acuirsi i litigi, le idiosincrasie, le tensioni, innanzitutto all’interno del nucleo familiare – ovvero con le persone con le quali si presume si passi più tempo – poi anche a lavoro oppure con gli amici. È la famosa “irritabilità” della quale si parla come uno dei disturbi più comuni in perimenopausa.
Un quadro dunque nel quale possono emergere, più facilmente che altrove, momenti di difficoltà.
Disturbi della perimenopausa: una questione psicologica?
Secondo uno studio intiolato “Menopausa: ruolo del ginecologo e dello psicologo nei casi di umore nero” [1], gli autori dichiarano che in realtà la menopausa non comporta un grosso cambiamento nella vita della donna e coloro che dimostrano una forte personalità, una buona autostima e una buona percezione corporea tendono a sperimentare meno disagi rispetto alle donne cone maggiore fragilità.
Dunque la menopausa sarebbe una questione psicologica? Sicuramente no, perchè non possiamo dimenticare i disturbi come le vampate, ma i cosiddetti fattori “ambientali”, ovvero la situazione familiare, il lavoro, la pressione dei doveri, le responsabilità, altri fattori sociali, possono avere un ruolo importante nellosviluppo dei possibili disagi.
In contesti sensibili, ovvero in donne in qualche modo “predisposte” per fattori personali (fragilità) o ambientali, i problemi psicologici più frequenti possono essere:
- – Alterazione del tono dell’umore
- – Depressione
- – Ansia
- – Attacchi di panico
- – Disturbi alimentari
- – Agorafobia
In presenza di questi disturbi e a seconda della gravità con la quale si manifestano, è possibile che si renda necessario l’intevento di uno specialista.
Disturbi della perimenopausa: quando rivolgersi allo psicologo
Quando il tuo funzionamento sociale, lavorativo o familiare risulta compromesso, ovvero quando, a causa delle alterazioni fisiche e mentali della menopausa, hai relazioni conflittuali con tutti i membri della famiglia, o valuti come meno efficace il tuo rendimento lavorativo, o hai difficoltà in molte situazioni sociali, è certamente opportuno rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Se ti accorgi di avere un disturbo che può avvicinarsi alla cosiddetta “sindrome depressiva climaterica” (con compromissione apprezzabile delle relazioni o della qualità della vita) può essere utile rivolgersi a uno psicologo o a un terapeuta che possa accompagnarti in un processo di “fronteggiamento” dell’umore negativo.
È bene sottolineare che la menopausa non è una malattia ma una situazione assolutamente fisiologica. La psicoterapia non è pertanto una “cura” per i disturbi emergenti, ma rappresenta certamente un aiuto, un’occasione di analisi del sé, un momento di conoscenza e di approfondimento, un modo per scoprire chiavi di lettura differenti delle vicende quotidiane e per continuare a vivere appieno la propria vita, addirituttura meglio di prima.
Accanto a questo percorso di riposizionamento e di rilettura dei propri vissuti, è utile anche assumere degli integratori come Femal, che possano aiutare a diminuire naturalmente l’impatto di fastidiosi disturbi come insonnia, vampate, sudorazioni notturne, stanchezza cronica, che certamente non facilitano il recupero di un umore positivo e sereno.
Articolo realizzato in collaborazione con il prof. Massimiliano Barattucci,
psicologo e psicoterapeuta, docente presso l’Università Ecampus.
Fonti per questo articolo:
[1] Salzillo, P.L., Binetti, A., Salzillo, M.E., & Cobellis, L. (2010). Menopausa: ruolo del ginecologo e dello psicologo nei casi di “umore nero”. Rivista Italiana di Ostetricia e Ginecologia, 27: 237-241.