Onicofagia, non solo un disturbo “innocuo”

onicofagia

Mangiare le unghie o le cuticole, oltre che una questione estetica, può essere un problema di gestione di ansia e nervosismo. Ecco cosa fare.

Per alcune persone quello di mangiarsi le unghie è un gesto così istintivo da essere considerato banale e privo di significato, o al massimo un problema estetico. Eppure l’onicofagia (è il termine più corretto che indica questo disturbo) oltre ad essere un brutto vizio da eliminare, può essere un sintomo di ansia e peggiorare con il tempo.

La pessima abitudine di “rosicchiare” le unghie può interessare tanto gli adulti quanto i bambini: in genere si manifesta proprio durante l’infanzia o l’adolescenza e si protrae anche nell’età matura, sia per le donne che per gli uomini. Quando diventa un vero e proprio disturbo compulsivo e non si fa nulla per tentare di superarlo, può diventare un problema.

Tutte (o quasi) tra noi, soprattutto da ragazzine, abbiamo “smangiucchiato” unghie e cuticole, magari durante un compito in classe o davanti ad una situazione imbarazzante o per imitazione di un’altra persona. Se, però, questa pratica è diventata cronica e anche oggi che hai superato i 40 sei alle prese con mani brutte e infezioni frequenti (il dolorosissimo giradito o patereccio), è arrivato il momento di fare qualcosa.

Onicofagia: innanzitutto un problema igienico

Il brutto vizio di mangiarsi le unghie può comportare una serie di rischi che va ben oltre quello di deturpare l’estetica delle mani.

Portarsi le dita alla bocca è anzitutto un rischio dal punto di vista igienico perché batteri e agenti patogeni presenti sulle mani vengono a diretto contatto con le mucose della bocca, facilitando l’ingresso nel corpo di infezioni e malattie.

Specialmente in questi anni di pandemia, nei quali l’igiene delle mani è stata portata alla ribalta come pratica fondamentale per evitare i contagi da Covid-19, è diventato ancor più chiaro che evitare il contatto delle mani con bocca, occhi e mucose in generale è più che mai necessario. È chiaro come mangiare le unghie sia assolutamente controindicato da questo punto di vista.

Rischi dell’onicofagia grave

Ma l’onicofagia può diventare un problema: è il caso in cui la persona persiste nel rosicchiare le unghie fino a scoprire il letto ungueale. Alcuni, infatti, non riescono ad arrestare questo impulso irrefrenabile neanche quando arrivano a mordere cuticole e unghie fino a farle sanguinare.

Di fronte a quest’ultimo caso è particolarmente importante porre attenzione perché, oltre a dolore e sanguinamenti, i rischi dell’onicofagia possono essere:

  • infezioni batteriche e virali, frequentemente da stafilococchi, da streptococchi (batteri piogeni) o, talvolta, da Candida albicans (la stessa che può colpire l’apparato genitale) o da virus dell’herpes simplex.
  • lesioni gengivali
  • usura dei denti
  • disturbi a carico dello stomaco

Onicofagia e disturbi di ansia

Che sia sporadica o cronica, questa problematica nasconde, spesso, un disagio psicologico. Quando il disturbo diventa persistente, allora è necessario indagare le cause che inducono a ripetere un comportamento nervoso pur nella piena consapevolezza dei rischi (e del dolore) che questo comporta. Alla base dell’abitudine di mangiarsi le unghie ci possono essere:

  • ansia
  • nervosismo
  • irritabilità
  • stress
  • insicurezza

Periodi più o meno complessi dal punto di vista emotivo capitano a tutti nella vita, ma in certe fasi caratterizzate da cambiamenti ormonali fisiologici, come la menopausa, alcuni disturbi dell’umore possono prendere il sopravvento proprio per effetto delle variazioni nei livelli di ormoni che la fine dell’età fertile comporta.

Quindi, se sei già una “mangiatrice di unghie”, il tuo disturbo in perimenopausa potrebbe acuirsi per una serie di fattori:

  • il calo dei livelli di estrogeni e progesterone, che è fisiologico in vista della menopausa, può influire in modo naturale sul tuo umore e determinare, per un semplice “scherzo” degli ormoni, nervosismo e irritabilità
  • la menopausa potrebbe portare con sé disagi e fastidi, sempre imputabili agli squilibri ormonali, che potrebbero determinare più stress del solito e acuire le manifestazioni di ansia e apprensionespecialmente nei soggetti predisposti.

Cosa fare per smettere di mangiare le unghie?

Se sei attenta alla cura di te stessa, sai che questa condizione potrebbe crearti disagio e imbarazzo nei rapporti sociali. Le mani rappresentano un “biglietto da visita” importante per una persona, donna o uomo che sia. Già questo dovrebbe spingerti a cercare un rimedio.

Di consigli per provare a smettere di mangiare le unghie ce ne sono molti e sicuramente avrai provato più volte a smettere, ma ricorda che l’efficacia dipende molto da te, da come affronti la cosa, dalla tua determinazione a superare il problema e dalla tua consapevolezza del “peso” dell’onicofagia nella tua vita quotidiana.

Se pensi di non farcela da sola puoi anche richiedere una consulenza psicologica: un colloquio con un professionista ti potrà dare strumenti in più, adeguati alla tua persona e alla tua situazione, per cercare di superare questa compulsione.

Se sei veramente pronta a vedere le tue mani rifiorire, ecco cosa puoi provare:

Smalti e gel amari

Rappresentano lo stratagemma più comune e praticato di risolvere il problema. Questi composti hanno un sapore sgradevole perciò si applicano sulle mani in modo da scoraggiare la voglia di ritrovarseli in bocca ogni volta che si avverte l’istinto di mangiare le unghie. Per evitare di ingoiare le sostanze chimiche contenute in questi prodotti, negli ultimi anni è stata utilizzata anche l’aloe vera, una pianta dal sapore aspro dalla quale si ricava un gel dall’azione idratante e lenitiva che, se spalmato sulle unghie, può avere una funzione deterrente rispetto al desiderio istintivo di rosicchiarle.

Manicure frequente e smalto semipermanente/gel

La nuova tendenza della manicure che vuole le unghie ricoperte da uno spesso strato di smalto che si indurisce per effetto di una lampada UV. Si tratta di gel o di smalti semipermanenti che non si tolgono con il normale acetone e che vanno rimossi con una speciale fresa dall’estetista. Lo smalto potrebbe rendere molto difficile riuscire a rosicchiare l’unghia scoraggiando così il gesto compulsivo.

Ancor più importante, specialmente per chi ha il “vizio” di mangiare anche le cuticole, è la manicure frequente e costante. L’onicofago, cioè la persona che mangia le unghie, solitamente ripete un ciclo compulsivo che parte dall’analisi visiva o tattile dell’unghia e dell’ultima parte del dito per individuare eventuali irregolarità da eliminare. Così si passa poi a “stuzzicare” la zona individuata per poi concludere con il morso vero e proprio.

Una manicure ripetuta costantemente aiuta a eliminare le cuticole, le pellicine e a mantenere le unghie limate e lisce, limitando molto l’innesco della compulsione.

Inibizione della compulsione attraverso il senso di disgusto

Alcuni psicologi consigliano questa tecnica che prevede innanzitutto l’analisi delle cose che risultano disgustose per l’onicofago. Generalmente ciò che rende ripugnante l’idea di portare le mani alla bocca è il fatto che esse siano entrate in contatto con qualcosa che provoca ribrezzo.

Impara a gestire stress e tensione emotiva

se riesci ad “ascoltarti” con attenzione e ad individuare quelle situazioni nelle quali avverti come irrefrenabile la voglia di mangiare le unghie, prova ad arrivare “preparata” imparando a gestire le emozioni negative che puoi avvertire e che possono farti cadere nel solito circolo vizioso che alimenti ogni volta che porti le mani in bocca. Se da sola non ci riesci, prova a parlarne con le amiche perché condividere aiuta a superare i disagi ma, se senti che non è sufficiente, puoi contattare uno psicologo o un terapeuta.

Il problema potrebbe non essere l’onicofagia che rappresenta, in questo senso, solo una conseguenza, un tentativo di “sfogare” ansia, oppressione, imbarazzo, umore depresso. Ciò significa che il tuo disagio non sarà risolto smettendo di mangiare le unghie ma dovrai andare più alla radice per riportare l’umore e la tua vita quotidiana a scorrere felicemente e in modo più “leggero”.

La perimenopausa ha aggravato il tuo disturbo?

Se hai notato che il tuo problema di onicofagia è peggiorato da quando sei in perimenopausa probabilmente è legato a una questione di ansia. Gli sbalzi d’umore dopo i 45 anni sono una delle manifestazioni del fatto che il corpo cerca un nuovo equilibrio, ora che la produzione di estrogeni sta rallentando, esattamente come lo sono le più note vampate di calore.

Anche se tutto questo è assolutamente naturale e non rappresenta in alcun modo una malattia, puoi aiutare il tuo corpo a ritrovare un po’ di serenità anche nella fase di transizione nella quale ti trovi, senza ostacolarla. 

Un’attività sportiva leggera ma costante, un’alimentazione adeguata al periodo e l’aiuto di un integratore naturale come Femal possono supportare la tua ripresa per condurti fino alla post-menopausa in modo più sereno, con meno vampate di calore, meno imbarazzi derivati dalle sudorazioni intense e improvvise (diurne e notturne), con un umore più stabile e senza ansie inutili e con un sonno ristoratore e regolare che ti aiutano a mantenere sotto controllo stanchezza e appetito.

L’estratto citoplasmatico di polline purificato, alla base della formulazione di Femal, è un principio attivo 100% di origine vegetale che non contiene estrogeni o fitoestrogeni e quindi può essere utilizzato nel lungo periodo anche da donne con una storia oncologica più o meno recente. L’efficacia di Femal è stata monitorata scientificamente (si veda la ricerca di David Elia e Pierre Mares, 2008) e il 93% delle donne si è mostrata soddisfatta del risultato.

Leggi le opinioni spontanee delle donne che hanno provato Femal!

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I medici e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione e alla validazione scientifica dei nostri contenuti.
Medico chirurgo, specializzato in ostetricia e ginecologia

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano

Dottore in scienze motorie

PhD, docente presso Università degli Studi di Bergamo

MSL & Medical Advisor Shionogi

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