Una domanda lecita che molte persone si pongono quando la terapia per una malattia comprende anche l’induzione della menopausa.
La menopausa naturale o spontanea è la cessazione del ciclo mestruale non causata da un trattamento medico. È un processo fisiologico che riguardano tutte le donne (chi prima, chi dopo). Soprattutto, si tratta di un processo graduale che accompagna almeno più di un terzo della vita di ogni donna.
In alcuni casi, però, può essere indotta in seguito a interventi chirurgici o terapie mediche, come per esempio prima di una chemioterapia o di una radioterapia pelvica. Non un processo, e soprattutto non un processo graduale, quindi, ma una sorta di tappa forzata sulla strada della vita di una donna. Cosa aspettarsi, allora, in caso si presenti la necessità terapeutica di una menopausa indotta? I disturbi sono gli stessi o la cosiddetta “forzatura” porta con sé l’acuirsi di una condizione già per sé delicata?
Menopausa indotta: quando è necessaria
Ci sono molte ragioni che possono rendere necessaria la menopausa indotta. La condizione medica più frequente è il tumore, in primis il carcinoma ovarico. Le donne con diagnosi di carcinoma ovarico devono, in genere, sottoporsi ad un intervento chirurgico per rimuovere il carcinoma e tutto il tessuto interessato. Questo di solito significa un’isterectomia totale e la rimozione di entrambe le ovaie. La rimozione delle ovaie (ovariectomia bilaterale) in una donna che non ha ancora raggiunto la menopausa naturale porterà inevitabilmente ad una condizione di menopausa/post-menopausa con una transizione molto veloce alla quale l’organismo dovrà adattarsi.
Se viene rimossa una sola ovaia, ci sarà probabilmente un esordio anticipato dei disturbi della menopausa, questo significa che una donna che non ha raggiunto la menopausa naturale avvertirà i disturbi prima, a causa dell’intervento chirurgico.
Oltre alla chirurgia, ci sono alcune terapie che possono influire sulla normale funzione delle ovaie e ridurre la fertilità. È il caso della chemioterapia.
La presenza e l’intensità dei disturbi tipici della menopausa, correlata a una chemioterapia, dipende molto dal tipo di farmaci utilizzati, dalle dosi e anche dalla loro combinazione. Alcuni farmaci possono essere più tossici per le ovaie rispetto ad altri e le alte dosi aumentano il rischio di insufficienza ovarica, sebbene l’effetto sia soggettivo e imprevedibile.
In questo caso, dunque, una donna in età fertile avvertirà i disagi della menopausa in modo più graduale rispetto ad una donna che si sottopone ad un intervento chirurgico. L’effetto della chemioterapia sulle ovaie dipende anche dall’età. Dopo i 35 anni, infatti, si eleva il rischio di insufficienza ovarica, in caso di trattamento chemioterapico. Anche le donne più giovani sono a rischio, ma la chemioterapia potrebbe non influire sulle ovaie fino a diversi anni dopo i trattamenti. L’effetto della chemioterapia sulla fertilità dipende anche dallo stato di salute e dalla fertilità della donna prima della terapia.
In caso di tumori ormono-sensibili (ad esempio quello della mammella), poi, è spesso necessaria una terapia di mantenimento che miri a controllare quegli ormoni (inclusi gli estrogeni) che sono legati all’insorgenza del tumore. Anche se si tratta, in questo caso, di una condizione reversibile, le donne che si trovano ad affrontare questo percorso medico dovranno gestire, a volte anche per diversi anni, una improvvisa menopausa “forzata”, con tutti i disturbi che essa comporta.
Menopausa indotta ed endometriosi
Chi soffre di endometriosi, infine, può trovarsi spesso, nell’arco della propria vita, ad affrontare periodi di menopausa indotta, in alcuni casi non permanente, necessari per impedire alla malattia di avanzare ed aggredire anche organi che non appartengono all’apparato riproduttivo.
In tutti i casi descritti, il filo conduttore è uno solo: a differenza della menopausa naturale, che si presenta in modo graduale e il cui processo preparatorio può durare anche diversi anni, la menopausa indotta può avere una transizione più repentina e pertanto più difficile da gestire, da un punto di vista fisiologico e anche emotivo.
Fermo restando che vi sono casi specifici e che il discorso può cambiare in base al tipo di menopausa indotta, cerchiamo di riassumere le principali differenze tra menopausa fisiologica e menopausa indotta rispondendo a 3 domande cruciali.
È vero che i disturbi della menopausa indotta sono più severi?
I disturbi di una menopausa indotta potrebbero essere più severi e difficili da gestire rispetto ai disturbi associati alla cosiddetta menopausa spontanea. Questo perché la transizione, con il conseguente mutamento degli equilibri ormonali, è meno graduale e l’organismo ha più difficoltà nell’abituarsi.
In particolare, negli interventi che rendono necessaria l’asportazione delle ovaie, il corpo è “confuso” o disorientato dal cambiamento non fisiologico che la cessazione delle attività ovariche comporta.
I disturbi, tuttavia, sono i medesimi che possono presentarsi anche nella menopausa fisiologica: secchezza vaginale, vampate di calore, sbalzi d’umore, sudorazioni notturne, irritabilità.
Disturbi della menopausa?
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Come cambia nel tempo la menopausa fisiologica rispetto alla menopausa indotta?
Gli studi che misurano i mutamenti a lungo termine dei livelli ormonali dicono che i cambiamenti iniziano diversi anni prima che la menopausa diventi conclamanta e si stabilizzano circa 2 anni dopo la menopausa. La principale differenza tra la menopausa fisiologica e la menopausa indotta è il rapido crollo dei livelli di estradiolo e testosterone.
Ciò si verifica in concomitanza con l’intervento chirurgico o con i le terapie effettuate. Il testosterone ritorna gradualmente ai livelli ottimali a causa della conversione periferica di altri ormoni surrenali, ma immediatamente dopo l’intervento è spesso necessario seguire delle terapie che consentano al corpo di ambientarsi in questa nuova dimensione.
In ogni caso saranno i medici a raccomandare e seguire le terapie più idonee.
Nel caso di menopausa indotta, il rischio osteoporosi è maggiore?
Per quanto riguarda il rischio osteoporosi, del quale si parla moltissimo, bisogna specificare che la percentuale di perdita ossea subito dopo una menopausa indotta può essere superiore rispetto a quella della menopausa naturale.
Presumibilmente questo si rileva perché le donne che affrontano una menopausa naturale hanno già perso fisiologicamente una buona quantità di densità minerale ossea. Le donne con menopausa indotta, dovrebbero pertanto effettuare dei controlli medici per verificare lo stato del proprio apparato osseo sottoponendosi, con il consiglio del medico, ad una MOC.
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