“Sono una donna che le ha vissute”; così si definisce Grazia Sferrazza Callea, autrice del libro “Libera dalle vampate” a chi le chiede come fa a parlare di menopausa e a dare consigli. Noi l’abbiamo intervistata e abbiamo scoperto il suo segreto.
- Trovare la chiave: “Ho studiato le mie vampate”
- Le vampate di calore mi hanno aiutato a capire me stessa
- La dimostrazione che le vampate sono un fatto cognitivo è nella geografia della menopausa
- La menopausa è frutto dell’evoluzione: è il nostro tempo, finalmente!
- La menopausa ci chiede di occuparci di noi stesse
- Consapevolezza e integratori alimentari, un’accoppiata vincente
“A 49 anni ho inziato a sperimentare le vampate. Ho iniziato ad avere delle vampate di calore terribili, cocenti, fastidiosissime”. Grazia è una donna determinata e sicura di sé, e si capisce immediatamente dalla sua voce: ferma, ma nello stesso tempo calma. Racconta dei suoi approcci alla perimenopausa senza il minimo tentennamento ma con molto coinvolgimento. Chissà quante volte gliel’avranno chiesto, di raccontarsi. Ma l’impressione è che lo faccia per la prima volta.
“Era un momento di grande cambiamento della mia vita professionale: lavoravo nella pubblicità, ho mollato tutto. Era il momento di grande cambiamento personale: la perimenopausa era arrivata. Sono entrata in menopausa 4 anni dopo, a 53 anni”.
“All’inizio me le sono tenute, quelle vampate”, racconta Grazia inquadrando efficacemente quel periodo che di lì a poco si sarebbe trasformato in una grande opportunità. Un periodo comune a tante donne, che continuano a sopportare il fastidio con impotenza e con rassegnazione.
Sei tra queste? Allora devi assolutamente leggere quello che ti stiamo per raccontare.
Trovare la chiave: “Ho studiato le mie vampate”
“All’inizio me le sono tenute, quelle vampate – continua Grazia – ma poi ho iniziato a studiarle. Mi sono chiesta: perché arriva la vampata? Qual è il trigger (l’elemento scatenante, ndr)?”
Già. Perché vengono le vampate? Cosa davvero le scatena? Domande così banali, eppure tanto necessarie per spiegare davvero il disturbo più comune della menopausa.
Si fa riferimento sempre ai cambiamenti ormonali, alla transizione, ai fattori endocrini, ma qual è il movente delle vampate? “Si dice che le vampate vengono – continua Grazia – invece secondo me è un errore semantico. Le vampate sorgono, perché sono già nel nostro corpo. E allora mi sono chiesta se la scintilla che le faceva accendere fosse di origine ambientale oppure psicologica oppure se tutto dipendesse da uno stato interiore, ad esempio da un ricordo”.
“Così, continuando a studiare il perché e i momenti specifici nei quali avevo le vampate, a un certo punto è arrivata quella che mi ha mostrato la verità, attraverso il simbolo di un periodo della vita nel quale mi sentivo inadeguata”, dice Grazia, scandendo la parola i-na-de-gua-ta, come se l’avesse scritta in stampatello maiuscolo, a caratteri cubitali.
“La rivelazione è arrivata quando ho visto una ragazza con una giacca che avevo io, uguale, quando ero più giovane, quando ero super-mega capo della comunicazione in un’agenzia. – sottolinea con l’intenzione di chi vuole canzonarsi un po’ da sola – E quando quella ragazza, con quella giacca indosso, mi è comparsa davanti agli occhi, ecco che è arrivata la vampata”.
“La cosa buffa è che in quel momento ho pensato teneramente a quella che ero, quando indossavo quella giacca, e mi sono vista adesso, matura, così lontana da quei periodi di inadeguatezza, ho visto quanta strada ho fatto, e la vampata è sparita, in un battito di ciglia. Ho capito in un istante com’ero veramente, prima, come ho superato quel senso di inadeguatezza, quanto sono andata avanti rispetto ad allora ed ecco che ho ricacciato indietro quella vampata di calore”.
È dunque come se le vampate fossero un modo per ricordarci che è ora di fare i conti con noi stesse e scoprire quanto siamo ora sagge, quanto siamo cambiate, quanto siamo lontane dalla vita frenetica, dai figli da scarrozzare a destra e manca, dal tempo che non è mai abbastanza, dalle preoccupazioni della carriera. È il nostro momento e le vampate sono lì, a ricordarci che è ora di tagliare quel cordone, smettere di rimpiangere la vita fertile e scoprirsi – finalmente – senior con tutte le accezioni positive che si possano trovare.
Le vampate di calore mi hanno aiutato a capire me stessa
“Le vampate mi hanno aiutato a capire me stessa – continua Grazia – e nel giro di qualche settimana sono stata molto meglio. La cosa più sorprendente è che per stare meglio mi è bastato sapere, dedurre questa correlazione che secondo me c’è fra il senso di inadeguatezza, i ricordi della vita passata, e la nostra reazione. È un fatto cognitivo.
È per questo motivo che ho scritto il libro “Libera dalle vampate”, per spiegare a tutte le donne che hanno problemi con i disturbi della menopausa la mia personale scoperta, il mio metodo”.
La dimostrazione che le vampate sono un fatto cognitivo è nella geografia della menopausa
“Quando mi sono messa a studiare le vampate e la menopausa in generale, ho dedottoche c’è una specie di geografia mondiale delle vampate; – continua Grazia – non tutte le donne del mondo ne soffrono, infatti. Negli Stati Uniti circa il 95% delle donne in perimenopausa e menopausa afferma di avere disagi legati alle vampate; in Giappone solo il 10%, così come in Perù, dove le donne andine sembrano non conoscerle neppure, a tal punto che non esiste una parola nel loro vocabolario per indicare le vampate di calore della menopausa”.
“Credo che il motivo di tutto ciò sia legato al singnificato che la menopausa riveste in quei popoli: nel mondo occidentale, dove il concetto è che qualcosa finisca, che la menopausa sia una privazione, che c’è qualcosa che manca perché una donna sia una donna al 100%, allora ci sono disagi.”
Superare questi disagi e questi tabù legati alla fine della vita fertile è un dovere importantissimo: quando cessa il ciclo le donne restano tali e anzi di più: più sagge, più mature, più sicure di sé.
La menopausa è frutto dell’evoluzione: è il nostro tempo, finalmente!
“Studiando la menopausa mi sono chiesta perché, insieme a una rarissima specie di balene, siamo gli unici mammiferi del regno animale a vivere una frazione di vita non legata alla riproduzione. La risposta che ho trovato, frutto dello studio di antropologi e di genetisti, è che la menopausa sia un dono dell’evoluzione. È il nostro momento, è il nostro tempo, è il momento nel quale – assolti i compiti riproduttivi e cresciuti i figli – siamo finalmente pronte a occuparci di ciò che abbiamo sempre amato: siamo pronte a occuparci dei nipoti, dei nostri hobby, dei viaggi, della vita di coppia e della nostra salute”.
La menopausa ci chiede di occuparci di noi stesse
“Molte dicono che gli ormoni hanno una funzione protettiva nei confronti della salute e che quando arriva la menopausa ci ammaliamo più facilmente – incalza Grazia con un accenno di ironia – be’ diciamo che dopo una vita di protezione, forse non abbiamo più bisogno di un salvagente! Dovremmo aver imparato da sole a prenderci cura della nostra salute: diventa solo un affare nostro, insomma. Gli ormoni dicono: ‘Cavoli! – scherza Grazia – questa qui a 50 anni suonati avrà imparato a prendersi cura di se stessa da sola’. E non è difficile, eh, ci sono quelle 5 o 10 cose da ricordare: niente fumo, niente alcol, fare movimento, mangiare poco, mangiare sano, avere una vita attiva dal punto di vista cerebrale, vivere nella società, avere una vita intima attiva, non stressarsi, non arrabbiarsi… non è difficile. E invece no! Poi quando una si ammala è colpa della menopausa!
Guarda – conclude Grazia – ognuna ha la menopausa che si sceglie: puoi continuare a essere vittima della menopausa oppure continuare ad avere una vita libera”.
Un importante supporto per molti dei disturbi della menopausa, che non sono solo vampate di calore, ci può arrivare dalla scienza. Sono stati sviluppati divesi prodotti che possono aiutare la donna a superare questo momento delicato della propria vita con serenità. Per questo può essere utile consultare il proprio ginecologo e discutere e concordare con lui il percorso migliore per ogni donna .
Consapevolezza e integratori alimentari, un’accoppiata vincente
“Gli integratori sono un’ottima cosa – dice Grazia – perché non hanno la pretesa di rimettere qualcosa che non c’è più, perché è naturale che non ci sia, né si propongono di riequilibrare una giovinezza che non può tornare.
Aiutano però a gestire il cambiamento e questo è molto, molto importante”.
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